Quanti ricordi possono scatenare un odore, un oggetto, un'immagine!
E' bastato un pezzo di stoffa e il passato è riaffiorato e più lo metto giù a parole e più viene fuori. Questo era l'ultimo periodo in casa mia per ammazzare il maiale, il nero calabrese specie autoctona, dalla carne magra, il cui peso ideale per essere ucciso non doveva superare i 160-180 chili.
E qui veniva il bello! Quelli che dovevano essere dei giorni di gioia, perchè significavano benessere, si trasformavano in giorni di nervosismo, litigi, musi lunghi e bestemmie.
Io non ho mai assistito all'uccisione del maiale, mi chiudevo in casa, tappandomi le orecchie, ma lo stesso mi arrivavano le grida spaventate della "povera" bestia e il mio cuore batteva a mille.
A zio Micu il compito di usare lo "scannaturi", un coltello lungo e affilato con doppio taglio. Mia madre accorreva "cu limbu", grande contenitore di ceramica smaltata, verde se ben ricordo, per raccogliere il sangue col quale avrebbe fatto le "pitte", un dolce che più buono non si può: dentro una sfoglia di pasta frolla, veniva messa una crema ottenuta con poco sangue, zucchero, cacao, vino cotto con scorzette di arancia e mandarino, chiodi di garofano, cannella, vaniglia decorata con mandorle e fatte (perchè non se ne faceva una ma almeno 5 o 6) cuocere nel forno a legna... uuh, non voglio ricordare, 35 anni senza assaggiarla mai più...
La carne per le salsicce e le soppressate si laccijava (tritava) a mano e mio padre presiedeva alla 'nconzatura, la carne veniva salata, pepata con "pipi bruscenti" macinato, semi di finocchio selvatico e rigirata più volte perchè si insaporisse... ricordo ancora quando riempivamo i gudegli (budella) del maiale con gli imbuti di legno!
C'era poi la preparazione della cardara (grande paiolo di rame che si riempiva di cotenna, pezzi di ossa, frattaglie... la cosa più buona per me erano le orecchie, sgranocchiare quelle cartilagini una vera goduria) e anche qui il maestro era mio padre, dal carattere scontroso e violento, ma dalle capacità infinite, un vero esperto, in tutto ciò che riguardava la terra e gli animali.
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